Ci sono momenti nello sport che trascendono il risultato, episodi che diventano leggenda e restano impressi nella memoria collettiva ben oltre il punteggio finale. Quanto accaduto ieri sera sul cemento infuocato dell’Arthur Ashe Stadium di New York rientra senza dubbio in questa categoria.
Jannik Sinner, il giovane campione altoatesino ormai riconosciuto come il simbolo di una nuova generazione del tennis mondiale, ha scritto un’altra pagina indimenticabile della sua carriera, rimontando in maniera eroica contro Denis Shapovalov agli US Open 2025.
Un match che sembrava destinato a segnare la caduta del “golden boy” italiano si è trasformato in un’epopea di coraggio, resistenza e cuore. Perso il primo set, provato fisicamente e mentalmente, Sinner si è trovato a un passo dal collasso.
Lo stadio, colmo di tifosi da ogni angolo del mondo, ammutolì, percependo il peso del momento: era la fine del sogno? Sarebbe stato Shapovalov, con il suo tennis esplosivo e sfrontato, a interrompere la cavalcata newyorkese dell’azzurro?
Eppure, proprio quando tutto sembrava perduto, qualcosa si è acceso nello sguardo di Jannik.

Il primo set: lo shock e il silenzio
L’inizio del match aveva lasciato tutti sgomenti. Shapovalov, con la sua solita aggressività, aveva imposto subito il ritmo, colpendo con rovesci fulminanti e servizi potenti. Sinner, invece, appariva contratto, quasi prigioniero della tensione. Errori non forzati, esitazioni nei momenti chiave, un linguaggio del corpo che parlava di nervosismo.
Il punteggio, impietoso, raccontava di un 6-2 rapido e netto. Le telecamere indugiavano sul volto di Sinner: pallido, sudato, con lo sguardo perso verso il box della sua squadra. I commentatori televisivi cominciavano a chiedersi se il fisico, dopo una stagione logorante, stesse cedendo. Qualcuno ricordava le sue fatiche estive, le tante battaglie disputate tra Wimbledon e il circuito nordamericano.
Il pubblico dell’Arthur Ashe, che spesso accoglie con entusiasmo il talento e la determinazione dei grandi campioni, restò stranamente silenzioso. C’era un’aura di attesa, quasi di paura: stava davvero per finire lì il torneo di uno dei protagonisti più amati di questa edizione?
Il risveglio: punto dopo punto
Il secondo set iniziò come il primo era terminato: Shapovalov spavaldo, Sinner in difficoltà. Ma sul 2-1 per il canadese accadde qualcosa. Un punto apparentemente normale – una lunga battaglia da fondo campo conclusa con un diritto vincente di Sinner – fece esplodere il boato dello stadio. Lì, negli occhi del campione italiano, si intravide una scintilla diversa.
Da quel momento, Jannik iniziò a trasformarsi. Il braccio tornò sciolto, il servizio trovò precisione, i colpi di rimbalzo divennero più profondi e pesanti. Ogni punto vinto era accompagnato da un urlo liberatorio, da pugni stretti che scuotevano l’aria.
La folla, prima silenziosa e preoccupata, iniziò a scaldarsi, a vibrare insieme a lui. Gli applausi diventavano cori, i cori diventavano ovazioni. Sinner alimentava il pubblico e il pubblico alimentava Sinner: un circolo virtuoso di energia e passione.
Il secondo set si concluse 6-4 per l’azzurro, ed era chiaro che la partita aveva preso una nuova direzione.
Il cuore oltre la paura
Nel terzo set si assistette a un duello tennistico di altissimo livello. Shapovalov non si arrese, anzi rilanciò con colpi spettacolari, ma ormai Sinner aveva trovato il suo ritmo. Ogni scambio era un manifesto di resilienza: difese impossibili trasformate in contrattacchi vincenti, palline rincorse fino all’ultimo centimetro, rovesci lungolinea che lasciavano l’avversario immobile.
Sul 5-4 per Sinner, con Shapovalov al servizio, il pubblico era in piedi. Ogni punto era un grido collettivo. Alla prima palla break, Sinner piazzò un passante di rovescio che accese lo stadio come un fuoco d’artificio. 6-4: rimonta completata, vantaggio italiano.
Il quarto set fu una vera e propria battaglia di nervi. Shapovalov tentava disperatamente di rientrare, ma Sinner, ormai in trance agonistica, rispondeva colpo su colpo. Il canadese salvò due match point sul 5-3, ma alla terza occasione Jannik chiuse con un ace centrale a 210 km/h.
Cadde in ginocchio, il volto rigato dalle lacrime, le mani alzate al cielo. L’Arthur Ashe esplose in un fragoroso applauso che sembrava non avere fine.
Le 17 parole che commossero il mondo
Mentre ancora si asciugava il sudore, Sinner si avvicinò al microfono per l’intervista in campo. Con la voce spezzata dall’emozione, pronunciò una frase destinata a restare negli annali:
“Ho giocato con il cuore di tutti gli italiani dentro di me, non ero mai solo qui.”
Diciassette parole che fecero tremare le tribune e commuovere milioni di tifosi davanti agli schermi. I social esplosero: su X (ex Twitter) l’hashtag #Sinner troneggiava in cima ai trend mondiali, accompagnato da video, gif e messaggi di sostegno. I giornali online aprivano le loro homepage con titoli a caratteri cubitali.
In Italia, la RAI interruppe la programmazione per trasmettere in diretta le immagini della vittoria, mentre a San Candido, paese natale del campione, le campane della chiesa principale suonavano a festa.
Le reazioni del mondo del tennis
Gli addetti ai lavori non tardarono a commentare. John McEnroe, storico campione e oggi commentatore, definì la prestazione di Sinner “una delle rimonte più emozionanti mai viste all’US Open”.
Mats Wilander, ex numero uno svedese, sottolineò come la forza mentale dell’italiano fosse ormai paragonabile a quella dei più grandi: “Questo ragazzo non è solo talento, è un combattente nato. Ha trasformato la disperazione in gloria.”
Anche avversari e colleghi si fecero sentire. Carlos Alcaraz scrisse su Instagram: “Che partita incredibile, Jannik! Ci spingiamo sempre più in alto, orgoglioso di far parte di questa era con te.”
L’abbraccio con Shapovalov
Un momento di grande sportività arrivò subito dopo il match point. Shapovalov, deluso ma sorridente, si avvicinò alla rete e abbracciò Sinner, sussurrandogli qualcosa all’orecchio. Più tardi, in conferenza stampa, il canadese rivelò: “Gli ho detto che meritava quella vittoria più di chiunque altro. Ha giocato con il cuore, ed è quello che rende grande questo sport.”
Il pubblico apprezzò il gesto, tributando a entrambi un applauso caloroso.
Una vittoria che va oltre il tennis
Al di là del risultato, quello che rimarrà di questa partita è il messaggio umano. Sinner ha dimostrato che la grandezza non si misura solo nei colpi vincenti o nei titoli sollevati, ma anche nella capacità di rialzarsi quando tutto sembra perduto.
In un’epoca in cui gli atleti sono spesso ridotti a macchine di risultati e statistiche, Jannik ha ricordato a tutti che dietro la racchetta batte un cuore, che ogni vittoria è frutto non solo di tecnica e preparazione, ma anche di emozioni, paure e coraggio.
Prospettive per il torneo
Con questa vittoria, Sinner avanza agli ottavi di finale degli US Open 2025, confermandosi tra i favoriti per la conquista del titolo. La strada resta lunga e insidiosa: possibili incroci con avversari del calibro di Medvedev, Tsitsipas e, ovviamente, Alcaraz.
Ma dopo una serata come quella vissuta contro Shapovalov, molti analisti ritengono che nulla sia impossibile per il campione italiano. “Se riesce a mantenere questa intensità emotiva e fisica – ha commentato Patrick McEnroe – Jannik può davvero puntare al trionfo.”
L’Italia in festa
In patria, la vittoria è stata celebrata come un evento nazionale. A Roma, centinaia di tifosi si sono radunati in piazza per seguire il match su maxi-schermi. A Milano, i bar e i locali hanno trasmesso la partita come fosse una finale di Champions League.
I politici non sono rimasti indifferenti: il Presidente della Repubblica ha inviato un messaggio di congratulazioni, definendo Sinner “orgoglio italiano e esempio di determinazione per le nuove generazioni”.
Sui social, celebrities e sportivi di ogni disciplina hanno reso omaggio alla rimonta: dal mondo del calcio a quello della musica, tutti hanno voluto partecipare alla festa.
La notte magica di New York
Mentre la città che non dorme mai si illuminava di luci, Jannik veniva accompagnato fuori dallo stadio da una folla in delirio. Bambini con le bandiere italiane, adulti con gli occhi lucidi, cori improvvisati sulle scale dell’Arthur Ashe.
New York ha adottato per una notte il campione italiano, e lui, con semplicità e gratitudine, ha sorriso a tutti, firmato autografi, scattato selfie, distribuito abbracci.
Conclusione: il significato di una vittoria
Gli US Open sono sempre stati teatro di storie epiche: dalle battaglie di Sampras e Agassi agli assoli di Federer e Serena Williams. Ma quella di Jannik Sinner contro Denis Shapovalov entrerà di diritto tra le più grandi.
Non solo per il punteggio o per la rimonta, ma perché ha incarnato lo spirito stesso dello sport: la capacità di lottare, soffrire e alla fine rinascere.
Le 17 parole pronunciate da Jannik resteranno impresse nella storia del tennis e nel cuore di chiunque ami lo sport: un manifesto di appartenenza, di orgoglio e di umanità.
E mentre il torneo prosegue, l’Italia e il mondo intero guardano a lui con speranza e trepidazione. Perché se è vero che ogni campione ha bisogno di un momento simbolo, per Sinner forse questo è stato il suo: una notte di lacrime e gloria sotto il cielo di New York.